Ph.: Gianpiero Mastrocinque
Fauna
I Monti del Matese rappresentano una delle aree con più alto indice di biodiversità dell'Appennino. Tuttavia, sono ancora esigui i contributi bibliografici e di letteratura grigia che riguardano la fauna di quest’area.
Per gli anfibi e i rettili il primo studio mirato risale solo al 2002 (Guarino et al., 2002). Attualmente risulta accertata la presenza di13 specie di anfibi e 17 di rettili.
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Per quanto concerne l'ittiofauna degna di nota è la presenza del luccio italico (Esox flaviae Lucentini et al., 2011) mentre lungo il corso del Volturno è presente Cobitis zanandreai (Cavicchioli, 1965), specie endemica e classificata come in pericolo critico di estinzione (CR) nella lista rossa IUCN.
Per i mammiferi sono piuttosto scarsi gli studi mirati. Le popolazioni di lupo, discendono da piccoli nuclei scampati alle persecuzioni dei secoli scorsi. Negli ultimi decenni il moltiplicarsi degli avvistamenti, le segnalazioni da parte di allevatori e il sempre più frequente ritrovamento di tracce lasciano intuire che il più grande predatore del Matese sia in netta ripresa. Altri mammiferi presenti nell’area sono la volpe, il gatto selvatico, la faina, la martora, la puzzola, la donnola, il tasso, il cinghiale, lo scoiattolo, il ghiro. Lungo il corso del fiume Volturno si registrano sporadiche segnalazioni relative alla lontra. Nel 2008, 40 caprioli (21 femmine e 19 maschi) sono stati reintrodotti nel Parco Regionale del Matese, al fine di costituire una nuova popolazione.
Quella degli uccelli rappresenta certamente la classe più studiata. La checklist annovera oltre 200 specie, con osservazioni e censimenti che vanno dai primi anni del ‘900. Tra le specie più rappresentative, degna di nota è la presenza della Moretta tabaccata, del Fringuello alpino, del Piviere tortolino mentre tra i rapaci quella del Nibbio reale, dell'Albanella reale, del Nibbio bruno e di quella che è senza dubbio la specie simbolo del Matese, l’Aquila reale presente stabilmente con una delle sole tre coppie osservabili in Campania.
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Il valore della diversità biologica del Matese si esprime soprattutto nella classe degli insetti che annovera numerosi elementi endemici dell'Appennino e specie oggi sempre più rare e per questo sottoposte a tutela. Queste ultime vengono descritte nelle rispettive sezioni del sito.