Alberi monumentali:
i giganti del Matese
Lo scopo di questa sezione è quello di creare una sorta di "anagrafe" fotografica degli alberi più interessanti delle nostre montagne (per dimensioni, età o perchè legati a leggende o storie particolari). Inviateci le vostre segnalazioni (e-mail: mateseenatura@gmail.com), sarà nostra cura venire a misurarli e fotografarli per poi inserirli nella gallery.
Il faggio di Monte Pranzaturo
Questo vecchio gigante è uno dei faggi più spettacolari che si possano incontrare sul Matese e si trova sul versante meridionale del monte Pranzaturo. Abbiamo misurato la sua circonferenza che ad m 1,30 dal suolo (a petto d'uomo) è di ben sei metri e mezzo. A quella circonferenza corrisponde un diametro di oltre due metri ma più in alto il tronco si allarga notevolmente. E' assai probabile che ad un certo punto della sua lunga vita abbia perso l'apice principale: a circa tre metri di altezza il tronco si divide in cinque grosse ramificazioni alle quali si aggiungono numerose ramificazioni secondarie. La vicinanza di altri alberi purtroppo impedisce di vederne l'apice e quindi di stimarne l'altezza totale che è comunque non inferiore ai 20 m. Un vero gioiello da rispettare e preservare.
L'albero cavo
Si tratta certamente dell'albero più noto del Matese campano, ubicato nei pressi della cooperativa Falode su territorio del comune di Castello Matese.
L'enorme tronco ha una circonferenza di circa sei metri ed è completamente cavo all'interno, tanto che è possibile entrarvi agevolmente senza chinarsi, forse a causa di un fulmine che lo avrebbe colpito molti anni fa. Non abbiamo ancora avuto modo di misurarlo ma in zona si parla di un'altezza di 30 m e di un'età di circa 400 anni.
I Tre Frati
Nel cuore dell'oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro è possibile ammirare questi tre giganti denominati "Tre Frati" perchè secondo la leggenda vi furono impiccati tre fratelli colpevoli di furto di bestiame. Da quel giorno gli alberi non sarebbero stati più tagliati ma lasciati a memoria di quel tragico episodio. Si tratta di tre magnifici faggi che crescono vicini. Il primo che si incontra sul sentiero è il maggiore dei tre ed ha un'età stimata in circa 400 anni, gli altri due che crescono a pochi metri di distanza dimostrano un'età tra i 250 e i 300 anni. Abbiamo misurato la circonferenza dei tronchi: ad 1,30 m dal suolo il maggiore dei tre misura ben 5,12 m, gli altri due rispettivamente 4,80 e 4,40 m. I tre patriarchi hanno un'altezza stimata tra i 28 e i 32 m. Per ammirare queste meraviglie della natura dalla sella del Perrone procedere in direzione di Guardiaregia, superato il ponte ed il lago di Arcichiaro parcheggiare le auto nei pressi della Fonte S. Nicola e seguire la cartellonistica dell'oasi.
Il faggio di Selvapiana di Calvarusio
Questo spettacolare faggio cresce in località Selvapiana di Calvarusio. Per la sua posizione isolata rispetto agli altri alberi è impossibile non notarlo nella parte orientale del pianoro. L'imponente tronco a circa due metri dalla base si divide in quattro grandi ramificazioni. La circonferenza misurata ad un metro e trenta dal suolo è di ben 8,16 m e corrisponde ad un diametro di circa 2,60 m.
Il castagno di Masseria Reale
Un albero piuttosto noto che cresce nei pressi di un agriturismo in Loc. Masseria Reale, su territorio del comune di Castello del Matese. L'aspetto di questo gigante è davvero imponente soprattutto per la grandezza del tronco alla base. La circonferenza "a petto d'uomo" è di ben 8 m e 40 cm (parliamo di un diametro di quasi 2,70 m). Non azzardiamo stime ma questo castagno di secoli deve averne vissuti parecchi e nonostante i segni dell'età (diversi grossi rami secchi nella parte apicale, attacchi del cinipide e segni di cancro alla base) continua a produrre i suoi frutti.