La Salamandrina di Savi
(Salamandrina perspicillata Savi, 1821)
Il genere Salamandrina comprende due sole specie, entrambe endemiche dell'Italia e in particolare della dorsale appenninica: S. perspicillata tipica dell'Appennino settentrionale e centrale e S. terdigitata dell'Appennino meridionale. Un tempo la distribuzione di questo genere doveva essere molto più estesa (esistono tracce fossili rinvenute in Sardegna e in Grecia) ma allo stato attuale il nostro paese è l'unico al mondo in cui è possibile incontrare queste affascinanti creature. I due taxa del genere Salamandrina, separati solo recentemente in seguito a studi biochimici, sono estremamente simili tra loro e difficilmente distinguibili dai non addetti ai lavori. Secondo alcuni autori (Romano et al. 2005) in S. terdigitata la macchia sulla testa a forma di V (gli “occhiali”, appunto) sarebbe sempre intera mentre può talvolta essere divisa in due parti in S. perspicillata. Inoltre la linea rossa sulla coda sarebbe sempre più lunga della metà della coda stessa in S. terdigitata, minore della metà invece in S. perspicillata. Sembra inoltre che quest’ultima specie raggiunga in media dimensioni maggiori della specie congenere. La linea di contatto tra gli areali di diffusione delle due specie, sebbene non ancora definita con precisione, sembrerebbe attraversare la provincia di Caserta. Le popolazioni del Matese e della Campania settentrionale, appartengono a S. perspicillata, tuttavia alcuni esemplari di S. terdigitata sono stati rinvenuti nelle propaggini orientali del massiccio.
La Salamandrina di Savi è diffusa lungo la dorsale appenninica dalla Liguria centrale alla Campania settentrionale. La specie è più frequente e regolarmente distribuita sul versante tirrenico dell’Appennino ma è presente anche in diverse località del versante adriatico. Si incontra con maggiore frequenza tra i 200 e i 700 m di altitudine ma in alcune stazioni può superare i 1500 m. E’ un anfibio di 7-9 cm dall’aspetto snello, con costole molto evidenti al punto da dare l’impressione che l’animale sia denutrito. Il dorso è nerastro opaco e sulla testa, nello spazio tra gli occhi, è presente una macchia triangolare o a “V” rovesciato di colore bianco giallastro, talvolta tendente al bruno, che ricorda un paio di occhiali, caratteristica che gli ha valso il nome volgare. Ventralmente la salamandrina è macchiata di bianco, rosso brillante e nero. L’estensione e la distribuzione delle macchie è diversa in ogni singolo esemplare e negli adulti può essere utilizzata per distinguere i vari individui di una popolazione. Non è presente un netto dimorfismo sessuale per cui i sessi sono difficilmente distinguibili sebbene le femmine in media raggiungano dimensioni maggiori e nei maschi il rilievo cloacale sia generalmente più accentuato.
Le salamandrine hanno vita prettamente terricola, solo le femmine si rinvengono in acqua in corrispondenza del periodo della ovodeposizione; prediligono le aree boscose umide e fresche nei pressi di corsi d’acqua. Il periodo di attività varia in base alla latitudine, all’altitudine e alle condizioni climatiche del luogo ma questi anfibi in sostanza rimangono attivi per buona parte dell’anno con picchi nella stagione autunnale e in quella primaverile. Sono maggiormente attivi nelle ore notturne ma se le condizioni di temperatura e umidità lo consentono è possibile incontrarli anche di giorno. Nei periodi più freddi e più caldi cercano riparo rintanandosi nel suolo, in anfratti, tra le radici degli alberi o sotto i tronchi caduti al suolo. L’accoppiamento avviene a terra: al termine di un complesso corteggiamento il maschio deposita una spermatofora che successivamente viene raccolta dalla femmina. La deposizione delle uova può avvenire in un ampio arco di tempo compreso generalmente tra dicembre e luglio. La femmina, la sola ad entrare in acqua, depone per ogni deposizione da 20 a 60 uova attaccandole a rami, rocce o altre superfici sommerse. Lo sviluppo degli embrioni è tanto più rapido quanto più alta è la temperatura dell’acqua ma la schiusa avviene in media dopo 20 - 50 giorni. Le larve si nutrono di microinvertebrati acquatici e compiono la metamorfosi nel giro di 2-5 mesi; la maturità sessuale viene raggiunta tra il quarto e il quinto anno di età. Gli adulti si nutrono di artropodi, molluschi e vermi di dimensioni adeguate e possono raggiungere anche i 12 anni di età. Secondo la lista rossa delle specie a rischio (IUCN 2011) Salamandrina perspicillata non risulta particolarmente minacciata ed è infatti classificata insieme a S. terdigitata nella categoria LC (Least Concern, minor preoccupazione), tuttavia per la loro elusività entrambe le specie rendono estremamente difficile il monitoraggio delle popolazioni per cui si sa ancora molto poco sul loro stato di conservazione. Di sicuro il taglio dei boschi, gli incendi, l’alterazione dei corsi d’acqua, l’immissione di salmonidi per la pesca sportiva, la cementificazione delle rive sono tutti fattori che possono in breve tempo portare alla scomparsa di intere popolazioni.
(Savi, 1821) - Acqua Ricciuta, 3 luglio 2023.
(Savi, 1821) - Acqua Ricciuta, 3 luglio 2023.
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(Savi, 1821) - Valle Orsara, 12 marzo 2023.
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(Savi, 1821) - Concone delle Rose, 1° novembre 2022 (Osservazione e foto: Raffaele Gambuti).
(Savi, 1821) - Valle del Torano, 22 marzo 2022.
(Savi, 1821) - Valle del Torano, 22 marzo 2022.
(Savi, 1821) - Valle del Torano, 22 marzo 2022.
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(Savi, 1821) - Vallone dell'Inferno, 29 settembre 2019.
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