Il ranuncolo della Majella è un raro endemismo italiano che si rinviene esclusivamente su alcune vette dell'Appennino centrale nelle regioni Abruzzo, Lazio e Molise. In particolare risulta presente sul gruppo del Gran Sasso, su quello del Sirente, sulla Majella, sui monti della Marsica e sulle Mainarde. Questa specie fu scoperta e descritta da Michele Tenore (1780 - 1861), illustre botanico napoletano, che la rinvenne sulla Majella e dedicò l'epiteto specifico proprio al gruppo montuoso abruzzese.
Ad oggi questa rara ranuncolacea non risulta ancora segnalata ufficialmente per il Matese. Il primo ritrovamento sulle nostre montagne si deve a Donato Palermo, grande conoscitore della flora del Molise, che la rinvenne nel luglio del 2018 in una delle aree più impervie del Matese e subito mi mise al corrente della sua scoperta (la foto in apertura si riferisce a quel primissimo ritrovamento). Negli anni successivi setacciai la zona in più occasioni con l'intento di ritrovare la specie ma i miei tentativi andarono a vuoto. Finalmente il 24 giugno scorso (2024) sono riuscito nell'intento, individuando un'unica pianta, purtroppo già al termine della fioritura, in uno stretto canalone a monte della Valle del Fondacone.
Ranunculus magellensis è una pianta erbacea perenne alta 5-10 cm con fiori bianchi e foglie picciolate con lamina reniforme. I fusti eretti portano generalmente un unico fiore. Predilige le vallette nivali e le pareti rocciose umide. Vegeta tra i 1800 e i 2600 m di quota nei punti poco esposti al sole, laddove la neve permane più a lungo. Fiorisce tra giugno e agosto.
E' considerata specie a rischio ed è inserita nella categoria “A minor rischio” (LR) nalla Lista Rossa delle Piante d'Italia. In Abruzzo è sottoposta a protezione assoluta dalla Legge Regionale 11.9.1979 n. 45.
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