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Immagine del redattorePasquale Buonpane

Lepidotteri del Matese: Apatura ilia (Denis & Schiffermuller, 1775).

Aggiornamento: 4 feb 2023


 


Il mio primo incontro con Apatura ilia (Denis & Schiffermuller, 1775) risale all'11 agosto del 2018. Il ritrovamento avvenne lungo le rive del Volturno poco distante dall'Oasi "Le Mortine", area protetta (Zona di Protezione Speciale nonché Sito di Interesse Comunitario) inserita nel Parco Regionale del Matese. In quell'occasione, su territorio del comune di Capriati al Volturno ma a poche centinaia di metri dal confine con il Molise, ebbi modo di censire 6 individui che si rivelarono i primi in assoluto del comprensorio matesino. Negli anni seguenti ho avuto modo di censire questa magnifica specie, sempre lungo le rive del Volturno, in almeno altre tre località e precisamente nei comuni di Ailano, Alife e Dragoni. Questa appariscente farfalla frequenta soprattutto i boschi ripariali planiziali, ambienti sempre più rari nel nostro paese, ove siano presenti pioppi e salici. Le larve infatti si nutrono delle foglie di questi alberi (soprattutto Populus tremula, P. alba e P. nigra oltre a diverse specie del genere Salix). Apatura ilia ha un'apertura alare di 60-65 mm e presenta un marcato dimorfismo sessuale: i maschi si distinguono per la magnifica iridescenza blu-violetta, con riflessi che mutano in base all'angolo di osservazione, iridescenza che manca nelle femmine. La specie è bivoltina, presenta infatti due generazioni all’anno con sfarfallamenti in maggio-giugno e in agosto. Il periodo di volo va da maggio a novembre.



Nel nostro paese, complice il difetto di ricerca, Apatura ilia è stata a lungo considerata una specie diffusa esclusivamente nelle regioni centro-settentrionali e ancora oggi diversi autori indicano il Lazio come limite meridionale di diffusione. Tuttavia uno studio svolto tra il 2006 e il 2009 (Volpe & Palmieri, 2009) ha portato all’individuazione di 9 nuove località tra Molise e Campania. Nella nostra regione sono solo 6 le stazioni attualmente note, quattro in provincia di Caserta lungo il fiume Volturno e due in provincia di Benevento lungo il fiume Calore che rappresenta quindi il limite meridionale di diffusione. A queste vanno aggiunte le quattro nuove località che ho individuato negli ultimi anni.

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