Zerynthia cassandra (Geyer, 1828) è stata a lungo considerata una sottospecie di Zerynthia polyxena. Solo recentemente è stato dimostrato (Dapporto, 2010) che i maschi nelle popolazioni dell’Italia peninsulare al di sotto della linea del Po, della Sicilia e dell’Elba presentano genitali ben distinti da quelli delle popolazioni delle Alpi, dell’Appennino ligure e dell’Europa continentale. Successivamente studi molecolari (Zanetti et al., 2013) hanno evidenziato l’esistenza di due linee genetiche distinte che ricalcano i due morfotipi a livello dei genitali maschili. Z. polyxena e Z. cassandra sono quindi due specie distinte che talvolta possono vivere a stretto contatto senza dare vita a popolazioni con caratteristiche intermedie. Entrambe le specie sono inserite nelle liste della Direttiva “habitat” (Direttiva 92/43/CEE).
Z. cassandra rappresenta quindi un elemento endemico italiano sebbene sia indistinguibile esteriormente dalla specie “gemella”.
Nonostante l’ampio areale, Z. cassandra è quasi sempre diffusa con piccole popolazioni molto localizzate e poco numerose, essenzialmente legate alla presenza delle piante nutrici rappresentate da Aristolochia rotunda e Aristolochia pallida. La specie è presente sia in pianura che in ambiente montano, predilige i prati e gli spazi aperti. Ha un’unica generazione annuale: gli adulti volano da marzo a maggio, spesso con notevoli variazioni da un anno all’altro secondo l’andamento climatico.
Anche sul Matese la specie si incontra di rado e gli avvistamenti riguardano sempre un numero molto limitato di esemplari. In letteratura sono disponibili solo due dati relativi a questa specie sul Matese: risulta segnalata nei pressi dell’invaso di Arcichiaro (Sciarretta & Parenzan, 2001) e del lago Matese (Volpe & Palmieri, 2001). E' stata inoltre osservata su territorio del comune di Cusano Mutri in loc. Reggia Piana (Janni, 2013 in verbis). Le mie ricerche hanno portato all’individuazione di altre località in cui la specie è presente e precisamente la loc. Masseria Reale, le colline di Ciorlano e la loc. Rena Rossa (Parisi, Buonpane et al., 2019).
Ai primi di maggio del 2019 individuai una stazione della pianta nutrice Aristolochia rotunda sul territorio del comune di Gioia Sannitica. Esaminando le piante furono censiti 7 bruchi ma in quell’occasione non osservai nessun individuo adulto. Nel 2020, le restrizioni sugli spostamenti dovuti alla pandemia non mi hanno permesso di monitorare il sito nel periodo adatto. Durante un successivo sopralluogo effettuato l’11 aprile dell'anno successivo (2021) purtroppo constatai che il sito era andato completamente distrutto a causa di un disboscamento che aveva portato alla scomparsa delle piante di Aristolochia, tuttavia trovai altre piante a poca distanza dal sito e nell’area riuscii a censire anche un individuo adulto. Una nuova località, nei pressi del monte Raspato è stata individuata l’otto maggio dello stesso anno mentre nel 2022, verso la fine di giugno, rinvenni un bruco in località Reale. Ad oggi sono quindi solo nove le località matesine note per questa specie.
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